“La scuola è aperta a tutti e a tutte” è il manifesto con il quale i sindacati maggiormente rappresentativi del settore rimettono al centro della discussione un’idea di scuola fondata sull’autonomia e la collegialità. Scuola come bene comune, dunque, che appartiene al Paese, aperta e inclusiva, pronta ad accogliere anche i “nuovi italiani” e chiunque viva nel nostro Paese; una scuola fondata sul pluralismo, e che afferma la centralità della persona all’interno del processo educativo; che garantisce il diritto all’apprendimento a tutte e a tutti.
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In questa idea di scuola, ispirata ai valori della Costituzione, è centrale lo studente, ma lo sono anche il lavoro e la professionalità di tutto il personale che concorre alla progettazione e alla realizzazione del progetto educativo.
FLC CGIL, CISL Scuola, UIL Scuola RUA e SNALS Confsal chiedono da tempo che a una più chiara consapevolezza del ruolo fondamentale svolto dalla scuola nel promuovere crescita e sviluppo delle persone, corrisponda anche un adeguato riconoscimento normativo e retributivo di tutte le professionalità che vi operano; rivendicano a tal fine scelte politiche indispensabili a colmare il divario che vede l’Italia ancora lontana dalla media dei Paesi OCSE per quanto riguarda sia gli investimenti in istruzione e formazione, sia le retribuzioni del personale scolastico.
Con il manifesto per la scuola e le iniziative che si sono svolte in tante città italiane il 18 novembre, i sindacati promotori intendono sollecitare su queste tematiche un coinvolgimento ampio della società civile, ritenendo che anche il contratto di lavoro, per il cui rinnovo sono fortemente impegnati, costituisca un indispensabile strumento per migliorare efficacia e qualità del sistema scolastico, nell’interesse delle giovani generazioni e dell’intera comunità sociale.
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