Il giorno 09/12/2020, la classe 4 AL ha preso parte alla Giornata della Legalità, evento organizzato dall’associazione CO2 e svoltosi in diretta streaming. Ad un iniziale momento di presentazioni dei relatori è seguita l’introduzione al Documentario “Dieci storie proprio così”, del 2017.
Il documentario presenta la storia dell’omonima associazione, Dieci Storie, che da anni va nelle scuole, sia con attori che con parenti di vittime della malavita, per sensibilizzare i giovani al tema della mafia. Ciò permette ai ragazzi di comprendere il significato di comunità, e insegna loro come rapportarsi con le infiltrazioni mafiose nel proprio territorio. L’associazione cerca anche di intrattenere rapporti con gli insegnanti, in modo che questi possano dialogare direttamente con gli studenti e trattare con loro il delicato tema della mafia. È risaputo che la mafia è causa di grossi problemi nella vita degli adulti, ma spesso ci scordiamo dei giovani, degli studenti. Spesso, soprattutto in regioni quali la Campania (da dove il documentario parte), i bambini vengono reclutati dai clan mafiosi, e viene loro preclusa la possibilità di avere accesso all’istruzione. Per questo esistono diverse associazioni che mirano ad aiutare le vittime. Tra queste la NCO.
L’associazione Dieci storie opera anche a Roma, dove è nata nel 2004, in particolare nel quartiere ZEN (zona espansione Nord). Ad essere intervistata è stata Antonella Saverino, docente in una scuola che presenta una situazione particolarmente difficile. Qui è stato istituito un laboratorio che insegna agli alunni cosa sia e che importanza abbia la legalità.
L’associazione, con questo documentario vincitore del Nastro d’Oro, ambisce soprattutto a raccontare le storie che non leggiamo sui giornali, di coloro che non hanno voce.
Tra i tanti testimoni, vi è Giorgio Scimeca, vittima di estorsione nel 2005, che dopo la sua coraggiosa denuncia ha perso buona parte dei clienti, ma che grazie alla conversione dell’attività a pasticceria è riuscito a salvare la sua impresa.
È stato anche intervistato Pif, regista di “La mafia uccide solo d’estate”, uno dei tanti film di cui sono state riportate brevi scene, assieme a “Anime Nere” e a famose serie TV come Suburra, che rappresentano realisticamente quella che è la vita all’interno delle associazioni mafiose.
O ancora, c’è Alice Grassi, figlia di Libero Grassi, ucciso per non aver pagato il pizzo. La donna sostiene, con ragione, che la mafia si stia infiltrando anche al nord, ed è facilitata dal periodo di crisi. In Lombardia, solo negli ultimi anni i cittadini hanno preso consapevolezza della presenza della mafia, e a Milano, a tal proposito, sono stati intervistati degli studenti, per capire come loro vivano questa realtà.
L’associazione ha incontrato anche Antonio Bartuccio, il sindaco di Rizziconi in Calabria, che ha collaborato nell’operazione “Deus” e portato all’arresto di 16 ‘ndranghetisti. In conseguenza di ciò, lui e la sua famiglia sono stati emarginati dalla comunità e ora sono sottoposti a scorta.
Per quanto riguarda il Nord, invece, si è parlato di Lea Garofalo, uccisa a Milano dal suo stesso compagno, Carlo Cosco, che dirigeva il traffico di droga nella metropoli.
Ad Ostia, la mafia si manifesta in spaccio, infiltrazioni a livello di governo locale e nella gestione degli stabilimenti balneari, che spesso prendono fuoco, di certo non casualmente. Qui l’associazione Libera si è occupata della riqualificazione di uno stabilimento balneare, ma nonostante l’investimento di una somma considerevole, alcuni funzionari comunali hanno bloccato i lavori, appellandosi ad una vecchia ordinanza, dichiarando abusivo il chiosco.
Roma è una città corrotta. Questo ci viene ripetuto. Ci sono imprese che pagano direttamente i funzionari pubblici per assicurarsi il loro favore.
Dopo la visione del documentario, abbiamo potuto ascoltare gli interventi di numerosi relatori, esperti nel campo della lotta contro la criminalità organizzata.
Il primo a parlare è stato Pierpaolo Romani, coordinatore dell’associazione Avviso Pubblico, organizzazione che comprende 500 entità, fra comuni, regioni e province. Egli ha trattato soprattutto della crucialità dell’impegno delle piccole realtà territoriali (come i comuni) nella lotta contro le mafie, soffermandosi in particolare sulla necessità dell’impiego di funzionari competenti e onesti.
Esempio di comune virtuoso è il vicino Gazoldo degli Ippoliti, che si impegna a fare memoria e la cui amministrazione agisce in trasparenza.
Romani ha concluso il suo intervento esortando i più giovani a votare e a partecipare attivamente alla vita politica, sia a livello locale, che a livello nazionale, in modo da essere protagonisti attivi nella lotta contro le mafie.
E’ intervenuta poi la giornalista Rossella Canadè che, riferendosi alle parole di Pif nel documentario, ritiene la definizione “antimafia”, assegnata a enti pubblici, giornalisti, registi ecc.., quasi vigliacca ed un modo per scaricare sugli altri la responsabilità di contrastare la criminalità organizzata, mentre tutti dovremmo attivamente combattere contro l’illegalità . Rossella ha spiegato che anche a Mantova sono presenti infiltrazioni mafiose e ha raccontato come le sue indagini abbiano permesso di individuare i legami tra istituzioni locali e importanti famiglie della malavita calabrese e portare anni fa all’arresto di alcuni funzionari comunali corrotti in diversi paesi dell’hinterland. La giornalista ha concluso sottolineando quanto parlare e lavorare contro la mafia al nord sia ancora molto difficile.
Successivamente è intervenuto Alfredo Chiodi, nipote di Libero Grassi, importante personaggio nella lotta contro la mafia, ucciso non solo per essersi rifiutato di pagare il pizzo, ma soprattutto per averlo denunciato in maniera estremamente pubblica, tramite la stampa e la televisione.
Alfredo ha raccontato la storia dell’associazione Addiopizzo, creata 13 anni dopo la morte di Libero Grassi e per la cui nascita sua madre e sua nonna, moglie di Libero Grassi, sono state importantissime. Ha, poi, brevemente trattato del ruolo dei giovani, il cui spirito di giustizia e di intraprendenza possono fare la differenza nella lotta contro la criminalità organizzata e la corruzione.
Sono poi intervenute Alessandra Riccadonna e Serena Pedrazzoli, rispettivamente assessore alla legalità e assessore alla pubblica istruzione per il comune di Mantova. Entrambe hanno riflettuto sull’importanza dell’impegno dei giovani nella lotta contro la malavita, sottolineando il ruolo svolto dall'interlocuzione tra scuole, istituzioni e associazioni in questo senso.
Ha concluso l’incontro Nicola Leoni, sindaco di Gazoldo degli Ippoliti, e vicepresidente di Avviso Pubblico. Nel suo breve discorso ha ribadito la necessità della partecipazione di tutte e tutti nella lotta contro le mafie, che, soprattutto in periodi di grave emergenza come quello in cui ci troviamo, riescono abilmente ad infiltrarsi in ogni strato della società.
La partecipazione a questo evento è stata cruciale per farci comprendere fino in fondo una realtà che, purtroppo, è ancora tristemente attuale ma della quale eravamo inconsapevoli. Crediamo che abbia fornito una visione estremamente completa del fenomeno mafioso, confutando l’erronea convinzione che le mafie siano un fenomeno che riguarda solo l’Italia del Sud e ci piace concludere con la frase che racchiude il messaggio di questa giornata: “Un intero popolo che paga il pizzo è un popolo senza dignità”.
ALESSANDRA FERRARO, ELEONORA NOVELLINI , ALICE TUCCI (4AL)
Relazione Giornata della Legalità Mantova
Relazione Giornata della Legalità Mantova - Classe 5C
Relazione Giornata della Legalità Mantova - Margherita Cecco 4C
Relazione Giornata della Legalità Mantova
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